giovedì 24 febbraio 2011

Ieri ha vinto ancora Mou


Quanto vale un allenatore? La domanda che si presta sempre a risposte diverse (Platini non riuscì a dire oltre il 20 per cento, quando pure era allenato dal Trap e da Michel Hidalgo), torna d’attualità dopo la caduta dell’Inter di ieri. Il raffronto con la finale di maggio è raggelante.

È chiaro che confrontare due squadre dopo due campagne acquisti è ardito (e non dimentichiamo che a Madrid non c’era Ribery, squalificato), ma anche stavolta - bisogna ammetterlo - il vero vincitore di Inter - Bayern è stato Mourinho.

A Mou si può rinfacciare qualsiasi cosa: che sia allo stadio evolutivo più basso della simpatia umana, che sia un provocatore, un irriconoscente, un arrivista, un difensivista e un catenacciaro. Quello che volete, ma non che non sappia far rendere le sue squadre al 101 per cento.

Leonardo invece è un allenatore onesto e l’Inter è tornata sulla Terra. Non tanto per il risultato, che come spesso accade si risolve negli episodi (e quelli a sfavore dei bavaresi sono ancora marchiati sui pali), ma proprio per l’atteggiamento e la disposizione in campo in tutto questo 2011. Perché le vittorie dell’Inter di Leo non devono trarre in inganno: questa è una squadra molto più debole mentalmente di quella dello scorso anno. In un campionato mediocre come quello italiano può anche bastare quest’Inter, ma in Europa son sberloni.

Lascia sistematicamente il secondo tempo agli avversari, s’allunga in 70 metri di campo tra la difesa e l’attacco, ha perso l’intelligenza di Sneijder (questo è quello vero, non quello dello scorso anno), perché Cambiasso ha smesso di correre per lui. Eto’o tiene insieme la baracca, ma l’anno scorso, adattandosi a giocare sulla fascia, era molto più utile: Leonardo non ha la forza di chiedergli ciò che era riuscito a imporgli Mou.

Lo scorso anno, complice la campagna stampa pro-Mou (che si era scientificamente conquistato, altro che manette!), l’Inter dava sempre l’impressione di scendere in campo già sull’1-0. Oggi per cominciare la partita in vantaggio ci vuole l’arbitro Celi.

Perciò, stavolta alla domanda iniziale, una risposta c’è: è la differenza che passa tra una vittoria in finale e un’eliminazione agli ottavi.

7 commenti:

  1. da tifoso del Milan e da grande estimatore di Sacchi che credo abbia rinnovato in quegli anni il calcio italiano dico che con quel Milan forse avrebbe vinto anche Leonardo,magari non in modo netto come quello di Arrigo..credo che con la Juve della champions e dell'irtecontinentale avrebbe vinto anche con Leo in panchina senza bisogno di Lippi..questo per dire che L'Inter del triplete l'anno scorso non era stilisticamente,tatticamente e sopratutto credo anche nei giocatori forte come queste squadre o del Barça di 2 anni fa,era molto inferiore,ma è grazie a Mou che gli ha saputo tirare fuori il 101% da tutti i giocatori e l'ultimo dei magazzinieri che è riuscita ad entrare un pò nella storia..

    RispondiElimina
  2. mah, gli episodi del Bayern saranno stampati sui pali (palo esterno con JC piazzatissimo e traversa appena spizzicata), ma quelli dell'Inter sono 8 (otto) occasioni monumentali e non averle sfruttate non è certamente una scusante ma è un'aggravante...la difesa del Bayern è inguardabile e a Monaco basterebbe rigiocare la stessa partita per passare il turno. Oltretutto l'Inter ha finito il momento di fuoco ed arriverà a Monaco riposata e (forse) con un Milito in più. Per il resto aspetterei a piantare i chiodi nella bara di Leo...
    ps dire che Snijder non corre non si può proprio sentire

    RispondiElimina
  3. Va bene essere accecati dal tifo, ma a tutto c'è un limite. Quest'articolo sprizza tristezza e povertà da tutti i pori. Claudio

    RispondiElimina
  4. Caro simone stenti vorrei sentire il tuo commento adesso sulla prestazione dell'inter.

    Partite come quella di ieri la tua juve moggiana e dopata le avrebe solo sognate.

    RispondiElimina
  5. Caro anonimo (un nickname costava troppo?), con un'affermazione del genere tradisci una tenera età, così tenera da non risalire neppure all'era lippiana. Peccato, ti sei perso uno spettacolo calcistico. Quanto a Leo e Mou, riparliamone quando il brasiliano alzerà la coppa con le orecchie. Quello di ieri, profuma davvero di episodio, benedetto dal Dio del calcio.

    RispondiElimina
  6. Eh no vuoi un nick ti do il mio nome di battesimo Giacomo non mi nascondo di certo dietro un nick o un indirizzo ip sai quanto me ne frega. La mia età è sufficiente per ricordarmi l'età lippiana (anche la parentesi interista).
    Detto questo la grande critica che ti volevo muovere nel tuo articolo è che metti in discussione la forza mentale di questa squadra che secondo me non è mai venuta meno (perchè se no ci troveremmo a lottare x l'europa league).

    Cmq tra leonardo e mourinho c'è un abisso ma ieri si è capito come sia la società inter ad essersi finalmente scoperta grande ed in grado di lottare in europa senza mou e questo, permettimi, è il risultato più grande.
    saluti

    RispondiElimina
  7. @Giacomo, è la squadra che è forte, quando ha tutti i titolari a disposizione. Merito della società? Anche, certo.

    RispondiElimina