venerdì 29 giugno 2012

Che difesa anche grazie a Conte!

Mi sa che è sbocciato sul serio, a questo punto. Due gol così in una semifinale dell'Europeo disintegrano il gap che distanzia il campione dal fenomeno. Mario Balotelli ha tutto per diventare un numero uno assoluto: fisico, classe, potenza, strafottenza. Se davvero ora ci ha messo anche quel pizzico di sale in zucca (in campo, perché fuori poi non si cambia dall'oggi al domani, ma in fondo sono affari suoi), l'Italia ha trovato un numero uno di quelli veri.

In attesa di verifica, mi coccolo la difesa migliore d'Europa che, a rileggerla, non può non ricordarmi la paggiore della storia juventina. Bonucci, Chiellini e Barzagli: i tre considerati una tragedia con Delneri, oggi fanno scintillare gli occhi ai calciofili di tutto il continente.

Quanto ci sia di Conte in questa fioritura azzurra è di tutta evidenza. Dodici mesi fa lo stesso popolo juventino avrebbe gradito un piazza pulita. Ricordo gli sconci fischi dello Juventus Stadium a Bonucci non più indietro di qualche mese fa. Leo deve essere molto orgoglioso per come li ha assorbiti, metabolizzati e rispediti al mittente, ora che tutta Europa l'applaude convinta.

Di Pirlo s'è già ampiamente detto, inutile dilungarsi ancora. Ora c'è la sfida con Iniesta: a mio modo di vedere, dopo l'ennesimo flop di CR7 nei momenti che contano, la vera finale per il Pallone d'Oro.

mercoledì 27 giugno 2012

Euro 2012: Juventus renaissance transforms Cesare Prandelli's Italy (The Guardian)

As Italy outplayed England in Kiev, the man who has contributed so much to this beguiling Azzurri side was somewhere else, with the cloud of match-fixing hanging over him. Antonio Conte took over as Juventus manager last summer and in less than a year he transformed the fortunes and careers of, among others, Leonardo Bonucci, Andrea Barzagli, Claudio Marchisio and Andrea Pirlo, now key players in Cesare Prandelli's Italy team.

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lunedì 25 giugno 2012

Campagna Pirlo Pallone d'Oro


Ha vinto il campionato, è andato in finale della coppa nazionale, è in semifinale all'Europeo. Il tutto da protagonista, tenendo in mano il gioco delle squadre in cui gioca. A uno così non si può negare il sogno di vincere il Pallone d'Oro. Che poi non è una chimera. Posto che Leo Messi non vincerà per la quarta volta a fila, l'unico che può dargli filo da torcere è Cristiano Ronaldo che, per ora, ha lo stesso palmarès. I 55 gol di CR7 valgono i 200 passaggi a partita del Nostro. Quindi, Andrea giocatela.

Che solo il cucchiaio di ieri basta a sigillare la candidatura. In un quarto di finale europeo con l'Inghilterra, sotto di un rigore in una partita dominata e per questo destinata alla beffa, per pensare allo scavetto bisogna essere pazzi come cavalli o geni puri. Pirlo è l'esatto contrario di un folle.

Perciò, permettetemi di lanciare ufficialmente la campagna Pirlo Pallone d'Oro. Che poi, altro non è, che una presa d'atto. Andrea lo merita, per questa stagione e per una carriera che capiremo davvero quanto grande soltanto quando avrà smesso.

martedì 19 giugno 2012

Prandelli non allena più in Provincia


Un'Italia brutta che vince è meglio di una bella che pareggia. E qui si scava il solco generazionale tra chi si ricorda il Catalano di "Quelli della notte" e chi non era ancora nato. Per esempio, Mario Balotelli, uno che se non sapesse di essere un campione sarebbe un fuoriclasse.

Se la Croazia avesse segnato all'ultimo secondo il gol del pareggio ci avrebbe eliminato, ma oggi nessuno s'appellerebbe al biscotto, perché un'Italia così avrebbe meritato l'eliminazione. Per fortuna, abbiamo incontrato una delle squadre più deboli del torneo (forse la più scarsa in assoluto) e due gol siamo riusciti a segnarli quasi senza volerlo.

Ora il gioco si fa duro e va fatto un salto di qualità anche mentale. Prandelli deve scrollarsi di dosso il suo allenare di provincia e capire che non si cambia soltanto tra una partita e l'altra: i grandi cambiano durante. Non sto parlando di uomini, che tirar fuori Di Natale e mettere Balotelli lo sa fare pure mio figlio. Parlo di schemi, di duttilità di formazione. Che se parti con la difesa a quattro e gli esterni non spingono, allora devi intervenire in corsa ricostruendo quella a tre, spostando più su Balzaretti e Abate, sulla linea del centrocampo. Magari togliendo De Rossi dal raggio d'azione di Pirlo, che sennò si pestano i piedi e rendono entrambi la metà.

Che se Di Natale nell'Udinese ama partire da sinistra devi permetterglielo senza costringerlo a un ruolo da prima punta di sfondamento, che non sa neanche come si fa. Facciamola breve: se prima di tutti il c.t. non si dimostra all'altezza, lontano non si va. Perché in questi casi puoi essere salvato dai fuoriclasse, ma l'Italia non ne ha. A parte uno che troppo presto ha capito di essere campione. Speriamo che questo gol lo convinga anche di essere un fuoriclasse.

Ah, per inciso, i fuoriclasse quando segnano, esultano.

lunedì 11 giugno 2012

Prandelli copia Conte, per favore


Vedere una partita twittando può essere molto divertente, ma distrae assai. Perciò mi sono volutamente disconnesso per l'intera Italia-Spagna, per poi ricollegarmi per i commenti finali. Uno dei più divertenti diceva: «Se rientrano Vidal e Vucinic ce la giochiamo con tutti».

In realtà, dovrebbe rientrare anche Conte. O basterebbe che Prandelli la smettesse di fare il Prandelli e cogliesse il bello di aver avuto per tutta la stagione qualcuno che ha lavorato per lui. Per farla breve, che prendesse la Juve e la vestisse d'azzurro.

Mettere De Rossi al centro della difesa è un insulto al dio del calcio. Buon per il lodevole vice-Gladiatore che Del Bosque, peccando all'esatto opposto di Prandelli, abbia a tutti i costi voluto fare il Guardiola e s'è privato per un'ora di un attaccante. Ma forse ora qualcuno gli ha già spiegato che il Barcellona ha Messi e non ha Llorente in panca. Saran affari dei prossimi, noi intanto l'abbiamo sfangata.

Però il centrocampo va riallineato a quello della Juve. Fuori Thiago Motta che trotterella e toglie inutilmente spazio e De Rossi nel centrocampo a tre, a fare davvero il Vidal, con Marchisio e l'immenso Pirlo che, tornando qualche metro più indietro, può impostare fin dall'inizio dell'azione.

Là davanti Di Natale merita conferma. Al posto di Balotelli? Mah. Io lo farei partire da sinistra, perché da punta centrale s'allarga troppo. Ci sarà tempo per criticare le convocazioni di Prandelli per quell'attacco di nanetti. Per ora, però, sarei curioso di vedere proprio la coppia Totò-SuperMario.