domenica 22 gennaio 2012

Ora Conte si merita un Drogba (A-Team su LaStampa.it)

Il Milan, povero di gioco e di idee, ma con un Ibra che con le piccole di questo campionato fa sempre la differenza, tiene il passo. Ormai è un gioco a due, perché se davanti si scontrano la squadra con la miglior difesa (Juve 12 reti subite) e quella col miglior attacco (Milan 40 gol fatti) alle altre rimane il ruolo di spettatori.

Lo scorso anno il Milan vinse con 82 punti, 65 gol fatti e 24 subiti. La Juve, ripetesse l'identico girone d'andata anche al ritorno, finirebbe con 82 punti, 62 gol fatti e 24 subiti. Identico score. Quindi ora è inutile nascondersi: l'obiettivo è quello.

Conte il suo l'ha ampiamente fatt
o, con una rosa che, come ama ripetere il mister, ha fatto il 110 per cento. Ora tocca a Marotta e Paratici: hanno nove giorni per regalare alla squadra l'ossigeno necessario per non arrivare in apnea, permettendoci di giocare anche a solo al 100 per cento.

Verissimo: escuso Tevez, per il quale non siamo mai stati in corsa, fuoriclasse sul mercato non ce ne sono e mai e poi mai si sposterebbero a gennaio. Qualche colpo d'astuzia però si può sempre incastrare. 

Lo scorso anno il Milan trovò in Van Bommel e Cassano il carburante necessario per portare a casa lo scudetto. Non è certo Caceres quello di cui stiamo parlando. Ci vuole più fantasia, forse follia. Per esempio, costruiamo dieci palle gol per segnarne una? Didier Drogba sta svernando in Coppa d'Africa, ma è in scadenza di contratto e già si parla di un suo prossimo futuro in Cina. Nonostante Borriello, non ci servirebbe uno così là davanti anche soltanto per i prossimi cinque mesi? 

Insomma, dove non arrivano le possibilità economiche, deve arrivare l'astuzia e la creatività. Conte finora ne ha messa anche per la dirigenza: è ora che il favore venga contraccambiato.

lunedì 16 gennaio 2012

I campionati non si vincono (solo) con le piccole (A-Team su LaStampa.it)


I campionati si vincono contro le piccole, è il luogo comune che perseguita il nostro campionato. Non so chi l'abbia instillato, ma è un'idiozia solare. Se l'Inter avesse vinto il derby dello scorso 5 aprile avrebbe vinto lo scudetto. Se, invece di pareggiare, la Roma nella stagione 2009-2010 avesse vinto la partita d'andata con l'Inter avrebbe vinto lo scudetto. E l'avrebbe vinto pure nel 2008 portando a casa una vittoria coi nerazzurri.

Potrei andare avanti ore. Le partite contro le piccole valgono sempre tre punti, ma con le dirette avversarie possono valerne sei e alla fine pesa sempre la classifica avulsa dei primi posti. Alla luce di questa banale considerazione si deve soppesare il presupposto strapotere del Milan su questo campionato. Che, se è pur vero che passeggia con le piccole, come dice lo stesso Conte, con le avversarie dirette diventa piccino piccino. Con le prime cinque del campionato non ha mai vinto e ha racimolato la miseria di due punti: pari interni con Lazio e Udinese e sconfitte con Juve, Inter e Napoli. Con un ruolino così i campionati non si vincono.

Con quelle stesse squadre, invece, la Juve ha totalizzato 11 punti. Sintetizzerei che è più facile sistemare una squadra che fatica con le piccole, piuttosto che farlo con una che viene sistematicamente bastonata dalle grandi.

Quanto all'Inter, al di là della qualità del gioco espressa finora, una rincorsa che non possa prevedere battute d'arresto alla lunga logora. Sei vittorie a fila sono un bottino invidiabile, ma non inedito nel nostro campionato, dove capita spesso. Il più delle volte però non tiene fino in fondo: si ricorderà il filotto della Roma di un paio di stagioni fa, interrotto clamorosamente sul più bello con la sconfitta casalinga con la Samp.

Insomma, in una giornata dove la Juve ha pagato un'evidente flessione (normale dopo la pausa e dopo una corsa come quella di quest'anno), il pareggio contro il Cagliari va letto in controluce. Anche se forse basterebbe leggere la classifica, che sarà pure banale, ma che rimane comunque l'unico metodo che non lascia spazio a dibattiti.

lunedì 9 gennaio 2012

E io dico: "Benvenuto, Borriello" (A-Team su LaStampa.it)

Non capisco e non giustifico. A che pro esporre uno striscione lungo quanto la curva che spara in fronte a un nuovo arrivo? Non è questione di eleganza o intelligenza, proprio di bieco vantaggio. "Borriello mercenario senza dignità è una frase di una bassezza vergognosa: a chi serve?

Ancora non ho digerito il famoso “I maiali non allenano” dedicato a Carlo Ancelotti, quando arrivò in bianconero. Non solo Carlo Ancelotti non è un maiale, ma un gran signore: ma, quel che più conta, è che allena eccome, e vince dappertutto, come la sua carriera dimostra. Nell'estate del 2008, abbiamo rispedito al mittente Dejan Stankovic, che non sarà un maestro di fair play, ma che dopo quel rifiuto giocò le stagioni forse migliori della sua carriera. Ditemi voi se non si sarebbe servito, magari al posto di Poulsen o Tiago.

Il calcio non ha più un'anima da tempo immemore, ognuno volta la gabbana a secondo degli interessi del momento spicciolo, eppure da alcuni si pretende comportamento irreprensibile e coerente per tutta la vita. La scelta di chi debba essere puro di spirito e chi possa permettersi l'esatto contrario è poi tutta nella testa dei curvaioli. Per me, entrare in quel tipo di logica è un rebus indecifrabile.

Discutere la scelta tecnica di Borriello, quando si hanno Matri e Quagliarella, è ovviamente lecito. Io stesso l'ho fatto, soprattutto se sarà costretto a giocare di sponda come spesso è costretto a fare Matri (che, tra l'altro, è arrivato a quota 7, senza rigori, che tanto non ci danno mai). Ma ormai l'affare è concluso e l'ex romanista è un nostro giocatore: accoglierlo a insulti servirà a farlo rendere di più in campo? Mi pare difficile. E quindi a cui prodest?

Non capisco, non giustifico e pure un po' m'arrabbio. Non mi spingo neanche in quell'arrampicamento sugli specchi del rifiuto che non fu un rifiuto, perché la Roma offriva di più e di meglio. Sono dettagli inutili, che non spostano la vicenda: Borriello oggi è juventino e come tale va accolto, se non altro per dimostrargli che cos'è la Juve. Una società unica, diversa da qualunque altra. Punto. Spero solo che domenica pomeriggio lo Juventus Stadium non si sporchi con un'equivalente vergogna. Sarebbe il modo più vile per inaugurare il 2012 in casa.

(Tutti i giorni sono su: http://dieciscudetti.blogspot.com/)