sabato 12 marzo 2011

La Juve del futuro non può avere confini (A-Team su La Stampa.it)

Non è un buon segno, a metà marzo, ma sono psicologicamente già proiettato sulla prossima stagione. Perciò stasera non mi dilungherò in disquisizioni su lunari sostituzioni, su rossi non dati e rossi dati per compensazione, assenze di qualità base, come la capacità di congelare un vantaggio di due gol.

No, molto meglio cominciare a costruire il futuro, pertanto mi rivolgo al prossimo allenatore (ecco, sul quando dovrebbe arrivare avrei pure desiderio di dilungarmi, ma mi trattengo, per non scadere nel disfattismo, tipo commentare un uomo di calcio capace di sostenere, e non è uno scherzo di Carnevale, che “Abbiamo scelto la qualità con Del Piero, Aquilani... Traoré e Motta”!).

Anche sulla scorta del mercato di gennaio, la società sembra intenzionata a proseguire sulla scia dell’italianità che ha contraddistinto molta della nostra storia. So che nella settimana delle celebrazioni del 150° anniversario dell’Unità, mi attirerò gli strali dei patrioti del pallone, ma credo che anche questa impostazione sia figlia di un passatismo che si sta dimostrando autolesionista.

Voglio dire, va bene nel 1977 (quando vincemmo la Uefa, regalando al Paese la prima coppa europea conquistata da un undici tutto nostrano: giocoforza, visto che le frontiere erano chiuse), nel 2011 però puzza non solo di autarchia, ma ben peggio di incapacità di avere una visione globale, di raffrontarsi con operatori di prima fascia, di intrecciare e gestire contatti al più alto livello.

In un mercato (e non mi riferisco soltanto a quello pallonaro, ovviamente) dove il “global” sta inghiottendo il “local”, una società che vuole giocare un ruolo vincente deve sciogliere i vincoli territoriali. Senza disturbare la Fiat e la sua deriva statunitense, che pure in casa Exor potrebbe essere un interessante “benchmark”, è evidente che basare l’arruolamento di campioni su base locale non paga.

Tanto per restare sul pratico, in settimana i colleghi inglesi di FourFourTwo, il più autorevole magazine di calcio, mi hanno chiesto di suggerire loro alcuni nomi di campioni under 20 italiani, per uno speciale sulle giovani eccellenze mondiali. A loro erano sovvenuti, con estremo sforzo di fantasia, i soli nomi di Balotelli, Santon, Macheda e Destro. Giusto per non fare la figura di chi non ha nulla da dire, mi sono sentito in dovere di aggiungere Paloschi.

Lasciate perdere i Marrone o gli Immobile, gli amici inglesi stanno facendo uno speciale con atleti già al top: scusateli, è gente abituata a non guardare la carta d’identità e se uno è un campione, lo è a 18 anni come a 37. E, secondo me, tra gli italiani under 20 obiettivamente possiamo annoverare il solo Balotelli.

Quindi, bisogna attrezzarsi da subito per la stagione ventura e cominciare a scandagliare i mercati sparsi per tutto il pianeta. Magari risparmiando sui Martinez e investendo su osservatori con gli occhi attenti e le orecchie ritte.

P.S.: A-Team si associa al cordoglio per l’immane tragedia giapponese. Parlare di calcio in certi momenti appare davvero una forzatura.

10 commenti:

  1. In un Post scherzoso su FriendFeed sui Satanisti, a me è venuto in mente di suggerire il nome di Delneri.
    Linguaggio oscuramente esoterico (understatement per totalmente incomprensibile) e capacità demoniaca di ottenere il peggio (minimo) usando grandi mezzi.
    Cthulhu.

    RispondiElimina
  2. Marotta dice che immettera' qualita' quest'anno. Prendera' Bastos che come terzino e' uno stralusso come esterno alto non dovrebbe essere malaccio. Poi fara' un tentativo su Pirlo che e' sempre meglio di Cigarini :D...In attacco mi angoscia l'idea che dopo aver preso Matri il Campione per Marotta sia Gilardino...e alla fine arrivera'/tornera' Beck!!!

    RispondiElimina
  3. Puntare tutto suoi giovani italiani, mi appare, al momento, un colossale errore. Come diceva Simone, un conto riandare con la memoria alla gloriosa Juve italiana del 1977, un conto confrontarsi con la realtà attuale. Quanti dei giovani italiani di oggi sono paragonabili per qualità a quelli di quella squadra? Senza troppi dubbi, possiamo dire: "Nessuno". Affermare che da allora il mondo è cambiato è facile, ma corrisponde a un dato di fatto. La mia speranza, come ho avuto modo di affermare in un post precedente, è che, oltre a trovare soldi per il mercato, questi siano spesi bene. Per inciso, quello di Gilardino non mi fare proprio il modo migliore per farlo. Per ricostruire (purtroppo per l'ennesima volta), è fondamentale ripartire da un allenatore di caratura assoluta. Per questa ragione, ieri sono sobbalzato quando ho letto sulla "Gazzetta" che la Juve avrebbe fatto "timidi" sondaggi per Ancelotti: nella fantascientifica ipotesi di arrivare a Carletto, mi pare già di sentire le schiere di imbecilli pronti a levare le loro grida contro questo allenatore. Speriamo che la società decida per il meglio, senza condizionamenti esterni (come, invece, accaduto in passato) e tornando a pensare in grande.

    RispondiElimina
  4. P.S. Una domanda per Simone: quando ti riferisci alla capacità di confrontarsi con "operatori di prima fascia" ti riferisci a Mino Raiola? Grazie!

    RispondiElimina
  5. Caro Yuri, possiamo pensare quello che vogliamo di Raiola, ma in questo momento, nel suo settore, è il numero uno. E la Juve non sembra in grado di parlarci. Ciò detto, il mio discorso era assai più allargato, ovviamente,

    RispondiElimina
  6. Condivido. Meglio parlare d'altro. E soprattutto mi auguro che questa tendenza sia confermata fino al termine del campionato, evitando di celebrare la prossima (EVENTUALE) vittoria contro qualche (dignitossisima e rispettabilissima) provinciale. Per favore.

    RispondiElimina
  7. Caro Simone, perfettamente d'accordo. Lo stile di Raiola può non piacere (e a me non piace), ma esistono le "ragioni di stato". Quindi, perfettamente d'accordo con te!

    RispondiElimina
  8. Ricordo quando dissi al Beck che avrei preso Raiola al posto di Secco come DS, e non mi rivolse la parola per giorni.

    RispondiElimina
  9. Se il mondo fosse composto da 6 miliardi di Beck, sarebbe un luogo meraviglioso dove far crescere i nostri figli, @tyler.

    RispondiElimina
  10. Una volta che Marotta aveva "allargato i confini" si puntava a fare il colpo alla Sanchez o alla Pastore ecco l'ennesima fregatura: Piazon ha scelto il Chelsea che gli offre uno stipendio piu' alto. Finche ci sara il tetto ingaggi dovremo accontentarci delle briciole o degli scarti degli altri.

    RispondiElimina