martedì 6 dicembre 2011

La notte dei cloni perdenti

Chissà se lunedì la Juve incontrerà la Roma di Luis Enrique. Di sicuro, i bianconeri scenderanno all'Olimpico, ma non meraviglierebbe nessuno se lo spagnolo fosse già a guardarla in tivù. È finito presto l'innamoramento per un “progetto” che tutta la stampa italiana s'è precipitata ad applaudire dal primo momento. Un'unanimità che non si fatica a spiegare, visto che dietro l'operazione c'era Unicredit e mettersi contro un tale colosso bancario, sia che ti sieda nel cda sia che non, è comunque sconveniente.

Che prendere un allenatore in seconda dall'estero e metterlo a sedere su una delle panchine più importanti d'Italia fosse un'idea balorda, però, risultava preclaro a chi non avesse conti aperti in Unicredit.

Personalmente, da quando ci passarono l'idea che Maifredi fosse l'alter-ego di Arrigo Sacchi, fuggo a gambe levate davanti ai cloni. E il destino parallelo dello simil-Guardiola e dello Special Two non fa che regalarmi conferme.

Stasera il Chelsea di Vilas Boas si gioca gli ottavi di Champions col Valencia. Che passi o che non passi, fa già rumore che sia arrivato a giocarsi all'ultima partita un gruppo che comprende anche il Bayer Leverkusen e il Genk. Un girone tutt'altro che spaventevole. La Premier poi è già quasi andata, senza mai aver dato l'impressione di essere all'altezza di City e United. Ora è pure la seconda squadra di Londra, dietro a un Tottenham in ascesa.

Se parliamo di sfide cittadine, meglio tacere per decoro su quello che sta succedendo a Roma. Nel giro di due mesi siamo passati dalla santificazione a Luis Enrique e alle minacce a Reja, alla situazione esattamente speculare.

Personalmente vedere in alto mister seri e sottovalutati come l'Edi e Guidolin mi fa soltanto piacere. Gente che non segue le mode, perché loro di moda non ci vanno mai. Ma tosta e coriacea come il legno, senza fighettismi e sciarpette vezzose.

I cloni lasciamoli pure al Museo delle cere a simulare di essere quelli che vincono davvero, senza finzioni.

8 commenti:

  1. Quando sento commentatori e giornalisti dire che si deve imitare il Barça, mi chiedo come si possa pagare gente per scrivere cose talmente demenziali. La forza del Barcellona sta nella qualità assoluta degli interpreti (Messi, Xavi e Iniesta, per il quale ho una particolare ammirazione), e non credo che un simile modello sia trasportabile e riproducibile altrove, senza quei giocatori. Pensate all'Italia di Prandelli e sostituite Xavi o Iniesta con Montolivo... Inoltre, lo so che che può suonare come una bestemmia, ma il gioco di Guardiola, peraltro personaggio molto "cool", fatto di fraseggi in orizzontale e senza un centravanti vero, lo trovo spesso noioso.
    Detto questo, sono d'accordo te, Simone, sulla faccenda Unicredit: nessuno perché nessuno faccia mai notare che i soldi investiti nell'AS Roma siano quelli di centinaia di migliaia di risparmiatori italiani e non...

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  2. E pensare che solo qualche mese fa per assumere Villas Boas servivano 15 mln + ingaggio, quando Mourinho fu "ceduto" al Real per 16. La cosa grave è che tanti opinionisti e giornali volevano farci credere fosse un'occasione persa..

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  3. Quoto Yuri. Mi piace più l'euroJuve di Lippi con le sue verticalizzazioni o il milan di Sacchi, che il soporifero tic-toc blaugrana....che poi ha preso 5 gol da una squadra con Abate, Nocerino, Antonini....

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  4. Lex Luthor per Stenti8 dicembre 2011 alle ore 11:08

    Carraro: "La Juventus non può, e lo dico chiaro, dire che ha vinto 29 scudetti, e mettere quel numero nel proprio stadio"

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  5. Per essere gentili, Carraro ha proprio una faccia di fango. Mi chiedo con quale autorità morale apra la bocca: è un uomo per tutte le stagioni, passato indenne prima a Mani Pulite e poi a Calciopoli, restando in carica più a lungo di Ceausescu. Bisognerebbe che qualcuno glelo ricordi. Personalmente lo trovo un personaggio disgustoso.

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  6. «FATELI TACERE» - Eccolo il dialogo tra cronista e un Guido Rossi assai infastidito e nel solco della autoreferenzialità sulla vicenda mostrata sempre dall’ambiente nerazzurro. Lei che cosa ne pensa di questo tavolo della pace? «Ah, no, non ne so niente, non ne so niente». Secondo Lei va riscritto quello che è successo dal 2006 o no? «Quella è storia!» Davvero non c’erano le carte allora? «Non c’era niente, ma dai, tutto è stato messo, tutto, benissimo in chiaro, da tutta la documentazione, quindi...». Non è stato lasciato indietro niente, ad esempio le telefonate che sono emerse in questi mesi sull’Inter? «No, non ne sapevo niente». Ma, secondo Lei, avrebbero cambiato in qualche modo, avrebbero cambiato qualcosa o no? «Ma non lo so, non le conosco. Senta, io sono stufo di questa cosa e quelli che dicono le stronzate vanno fatti tacere». Quindi non sarebbe cambiato nulla? «No, no, assolutamente no, da quello che ne so io».

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  7. Non si capisce se in questo gioco dei cloni, come li definisce Stenti, includa pure lo "special tree" all'amatriciana, come è stato definito il nostro Conte.

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