Il day after doppio, per non farci mancare nulla. Che cosa ha fatto più
clamore, l'eliminazione dalla Coppa Italia o lo "sconcertante accaduto",
come la società definisce con glaciale sintesi l'affaire Vucinic
Guarin?
Sinceramente, di solito preferisco rimanere coi tacchetti
saldi sul campo, ma stavolta è impossibile non fare anche un giro tra
le scrivanie. Che cosa accomuna due eventi all'apparenza inavvicinabili?
Innanzi
tutto il retrogusto d'amaro, non nascondiamocelo. Essere eliminati non è
mai piacevole, in nessuna competizione. Ancora più amaro è il sapore di
uno scambio che era cominciato facendomi grondare il cuore (eh, lo
sapete, ho un debole per Mirko) e finito peggio: ora ditemi voi che
motivazioni può trovare un atleta, che aveva già fatto le visite mediche
per un altro club.
Però, bloccando le bocce, la sintesi mi pare
molto simile per i due eventi. E, fatti tutti i distinguo, non riesco a
essere pessimista.
A Roma hanno passato la serata a strombazzare
per strada, gonfi d'orgoglio per aver sgraffignato una vittoria di
misura contro la seconda squadra dei campioni d'Italia. Non c'è la
controprova, ma a parti invertite la vedo dura immaginarsi qualcuno,
anche uno solo, a sventolar vessilli in piazza Vittorio Veneto per aver
vinto un quarto di finale di coppa Italia.
Senza spingersi a
calcolare che poi, nei primi 15 giorni di febbraio, ora i giallorossi si
troveranno a giocare un sanguinoso doppio confronto col Napoli, se non
addirittura due derby. Classifica alla mano, possiamo davvero dire che
non sia una coincidenza strategica per noi?
Capitolo mercato.
Era dal 2006 che aspettavamo questo momento. Cioè la chiusura del
cerchio, il ritorno definitivo allo status quo ante. Non siamo tornati
solo noi, lo sono tornati pure loro. Come e più di prima. Devo ammettere
che finora questo nuovo presidente sta rispondendo ai più rosei
desideri: senza soldi, senza idee, senza polso e pure senza fortuna
(avesse perso pure il derby, avrebbe uno score da record, senza neanche
una vittoria).
Vedere la società Inter ostaggio della Curva è una
sconfitta per il calcio civile, ma è un indelebile segno dei tempi
nerazzurri. Hanno anche avuto il coraggio di urlare che nello scambio ci
avrebbero perso. Ignorano che Mirko è stato protagonista decisivo degli
ultimi due scudetti? Evidentemente, erano troppo concentrati a vedere
l'andamento della borsa di Giacarta.
Nessun commento:
Posta un commento