martedì 11 dicembre 2012

Scordati il passato, Mister, che c'è ancora da lavorare

Il prode Leo Bonucci cade sotto i colpi di un cecchino appostato fuori dello stadio Renzo Barbera
Ricomincia la storia esattamente da come era iniziata: da un gol di Lichtsteiner. Come l'11 settembre 2011 è stato lo svizzero a segnare il primo gol in stagione. Quella di Antonio Conte, s'intende, il nostro “quasi” Special One.

Molte ironie si stanno sprecando su questa affermazione del Mister bianconero, che evidentemente non riesce a essere capito da tutti. Da noi sì. Come ha gestito l’iniqua squalifica è stato oggettivamente speciale. Il consiglio, tuttavia, è di gettare alle spalle il passato ora che ha ritrovato la Juve vincente quasi come l’aveva lasciata. Ha perduto l’imbattibilità (e proprio contro le milanesi), ma è ancora saldamente in testa ed è negli ottavi di finale.

Insomma, chiuso nel suo silenzio, non ha dovuto neppure rispondere al cantilenante quesito: “Come gestirà il doppio impegno campionato coppa?”. Risposta, come sempre, data sul campo.

Tuttavia da Palermo (dove gioca una delle tre squadre più scarse del campionato) si torna con il rinnovato senso di incompiutezza che dà il creare una valanga di occasioni per concretarne una sola, lasciando in bilico un risultato che andava chiuso e strachiuso molto prima. Invece s’è preferito prendere a pallonate Ujkani, il secondo tramortito davanti alla porta palermitana, oltre a Bonucci, colto da spettacolari vertigini date dall’essere solo nell’area diversa dalla propria. Uno svenimento con ampi tocchi d’artistico, quasi marinettiani.

Se si dovesse ripetere il refrain dello scorso anno, quando per segnarne uno dovevamo crearne dieci, stavolta si rischia di più, perché la gestione delle energie è davvero esiziale. E lo sarà assai di più da febbraio, quando la Champions entra nel vivo e non è più concesso nulla. Mettersi presto al ripario da sorprese contro le più abbordabili (vogliamo usare la giusta definizione? Scarse) del campionato sarà fondamentale anche per la coppa.

Conte ha quasi tre mesi per lavorarci. Marotta molti di meno.  

6 commenti:

  1. "Mettersi presto al ripario da sorprese contro le più abbordabili (vogliamo usare la giusta definizione? Scarse) del campionato sarà fondamentale anche per la coppa."
    Ecco la disanima perfetta.
    Dominare il campionato è il viatico per poter riscrivere i confini europei.
    Ma mai lasciare il certo per l'incerto !

    IMPERA

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    1. Concordo specialmente con l'ultima frase: "Marotta molti di meno". Anche perché ne ha già sprecato parecchio, di tempo e di denaro, tra decine di trattative imbastite (nel tentativo di concluderne almeno una) e mezzi giocatori presi a peso d'oro. Se alcune operazione sono state decisamente buone, un sacco di soldi sono stati buttati per giocatori la cui inutilità era conclamata (Giovinco) o si é via via scoperta. Perfino Conte, in conferenza stampa, oggi ha lanciato un messaggio che piu' chiaro non si puo': pochi obiettivi, anche uno solo, ma di livello. Basta con i mezzi Giovinco a 11 milioni, gli Isla a 18, i Padoin a 5, eccetera. E niente scuse: la Juve adesso ha ritrovato appeal, e i soldi non sono mai mancati. Occorre "solo" che Marotta dimostri di saper condurre trattative non solo per i parametri zero, ma anche ad alto livello. Questo non significa che l'obiettivo sia di ricreare una rete di osservatori che ti permetta di scovare i Falcao e i Messi prima che arrivino a costare certe cifre; ma ci occorre un puntero di livello in fretta. Non dico Cristiano Ronaldo. Almeno un Lewandowski.

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    2. @Fabrizio: hai certamente ragione quando dici che di soldi i nostri dirigenti ne hanno spesi parecchi e spesso male; probabilmente non sbagli nemmeno quando dici che la Juve ha ritrovato appeal, ma siamo sicuri che il campionato italiano eserciti un qualche fascino sui giocatori stranieri? Di questo non sarei affatto sicuro... Inoltre, non c'è dubbio che la Juve concretizzi molto meno di quanto produca, ma resta da chiarire quale tipo di giocatore possa realmente adattarsi al nostro gioco. Io sono tra quelli che pensano che le grandi squadre le facciano i calciatori e non i sistemi di gioco, ma va comunque cercato un attaccante che partecipi all'azione oltre che a finalizzarla.

      Ciao, Yuri

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  2. Mi puo' spiegare signor Stenti perchè continuate a definire "iniqua", "ingiusta"..la condanna del crinito allenatore della Juventus? Ma qualche dubbio non le viene mai? Juventus indagata e condannata ( prescritta) per doping... Conte c'era ( che bello lo show davanti ai giudici)..poi allenatore di Atalanta, Bari e Siena...guarda caso tutte e tre le squadre implicate nelle scommesse... Insomma un piccolo, piccolissimo dubbio le potrà mai venire?

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    1. Se posso permettermi di intervenire... i sospetti e i rumors valgono zero. Quando si condanna qualcuno, ci vogliono prove, e inoltre la pena dev'essere commisurata con il delitto commesso. La storia é piena di ladri di polli sbattuti a marcire in prigione e delinquenti a piede libero. Inoltre, da che mondo é mondo, é l'accusa a dover dimostrare la colpevolezza, non l'accusato a dover dimostrare la propria innocenza, e di solito all'accusato si concede la possibilità di difendersi e di controinterrogare i testimoni. Solo nel codice sportivo italiano, nell'inquisizione medioevale e negli stati totalitari non é cosi'. Detto questo, a Conte io consiglierei di fare attenzione ai collaboratori che si sceglie, ma il teorema del "non poteva non sapere" piu' che un teorema é un postulato, quindi non valido. Ci si é basati sulla dichiarazione di una persona sola, contro un mucchio di altri fattori e dichiarazioni di altre persone che la smentivano. Palazzi e compagnia hanno insistito sul caso-Conte perché se fosse caduto quello, sarebbe caduto l'intero castello di accuse. Che in realtà é caduto, ma é stata tenuta su soltanto la condanna a Conte per permettere agli organi giudiziari sportivi di salvare una parvenza di faccia, senza rendersi conto che la totale inadeguatezza e anacronismo del codice, oltre che gli attacchi mirati a tesserati di certe società, avevano già tolto ogni credibilità al sistema. Resto convinto che se Conte non fosse diventato l'allenatore della Juve non sarebbe neanche stato indagato. La cosa potrà non piacere agli interisti, agli antijuventini e a tutti coloro che da Calciopoli hanno tratto i benefici legati alla mancanza di competitività della Juve, ma restano la palissiani alcuni fatti:
      - Condanna basata sull'invenzione del concetto secondo cui tante piccole colpe fanno un illecito sportivo (concetto inesistente nel codice)
      - Conflitto di interessi evidente ma tollerato (intercettazioni mirate e fatte dalla società gestita da un membro del CdA Inter, crisi gestita da un commissario ex membro del CdA Inter)
      - Disparità di trattamento nel 2006 (Juve che andava probabilmente penalizzata per responsabilità oggettiva, ma che fu colpita molto piu' duramente delle altre squadre, di gran lunga oltre la differenza di colpa. Chi rimase in A praticamente non subi' danni, anzi il Milan poté partecipare alle Coppe per un punto, guarda caso)
      - Disparità di trattamento dopo il 2006 (prima un processo-lampo, poi un processo-fiume che permise l'archiviazione per l'Inter)
      Tutto questo per dire che il sospetto é fumo, contano solo i fatti.

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    2. Caro Fabrizio,
      concordo con la tua analisi.
      Il calcio ed in generale lo sport italiano (CONI per esempio) sono in mano ad una gerontocrazia con molte persone incompetenti che vivono di politica ( anche se sportiva ) senza qualifiche mangeriali che siano provate; molti personaggi hanno intrapreso questa carriera grazie ad amicizie particolari;in sintesi e'un 'ambiente simile alla casta politica del nostro Paese.
      Va riformato il Palazzo: via le gerarchie attuali, che sono decisamente incompetenti, aria nuova occorrono idee e programmi per riavvicinare i giovani allo sport e ridare un po' di credibilita' all gestione della "macchina calcistica"..

      Unh saluto, Alex Colombis

      (Cambogia)

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