Il campionato di basket assomiglia sempre di più a quello di calcio. O viceversa, se preferite. Il quinto scudetto a fila proietta Siena nella leggenda e tra 50 anni ce lo ricorderemo come ci stiamo ricordando della Borletti Milano. Ma quanto fa bene alla pallacanestro un filotto del genere?
Io dico niente. Come non ci hanno fatto bene le vittorie senza storia dell'Inter degli ultimi anni. Lo scudetto del Milan è una ventata (non di aria fresca, ma accontentiamoci), ma gli effetti della dittatura si sentono lo stesso.
I destini dei due sport più seguiti d'Italia sono paralleli. Sky, la maggior fonte d'introiti di un sistema zoppo, ha già annunciato che non comprerà i diritti televisivi del basket. Il pubblico non ama seguire un campionato che si sa già come andrà a finire e il bacino di una città piccola come Siena di certo non aiuta.
Per altri versi, la minaccia è arrivata anche al calcio, ma l'onda distruttiva di un albo d'oro inchiodato su Milano giunge da più lontano e s'infrange sul calciomercato.
Possibile che l'Inter campione del mondo per club debba cambiare il quarto allenatore in tre anni? E, qui sta il clamoroso, nelle ultime due estati s'è vista dare il benservito dall'allenatore? Di solito, accade il contrario: non si vede praticamente mai un allenatore fuggire, strappando il contratto. Nei top team, come si chiamano oggi, proprio mai.
Sul Corriere, Sconcerti si interroga beffardo sulla strategia dell'Inter: “Siamo alla casualità più assoluta, non c’è nessun determinismo. Le grandi società non sono figlie degli orfani del mercato, decidono da sole cosa vogliono essere. E in base alla propria decisione scelgono il tecnico. L’Inter sta cercando senza avere un’idea di sé”. Il che è sacrosanto, ma non riguarda soltanto l'Inter, tutta la serie A ci è dentro fino al collo.
Lo scorso anno s'è giocato un campionato, probabilmente il primo della storia (a esclusione del primo in assoluto), dove non c'era neppure un allenatore scudettato. Quest'anno, se l'Inter non tira il coniglio fuori dal cappello, ne avremo uno, ma giusto perché Allegri l'ha appena vinto. Non è normale e non è un bel segnale.
Poi, di tutti i campioni gridati a nove colonne in arrivo dall'estero, abbiamo una sola certezza: quella che quelli che si sono formati qua, come Sanchez, se ne andranno. Non è soltanto questione di soldi, è prestigio, visibilità e, ammettiamolo, divertimento.
Il nostro è un campionato dove non si diverte più nessuno e dove non succede più niente. SkySport24 è lo specchio di questa tristezza: lo tieni spento una settimana e quando lo riaccendi i titoli che scorrono nel sottopancia sono gli stessi. Dello scorso anno.
Fino a quando l'australiano sarà disposto a scucire mille milioni per uno spettacolo tanto polveroso? Altro che calcio scommesse. Il calcio italiano guardi ai conti del basket se non vuole rischiare la stessa fine. Uno che fa beneficenza di rado viene soprannominato lo Squalo.