Il gol del Catania era regolare, quello
della Juve si poteva annullare per fuorigioco di Bendtner. Catania –
Juve è tutta qui. Il resto è una squadra bianconera in evidente
involuzione. Una crisetta, o una crisi tutta intera, è inevitabile
in un campionato e la Juve la sta attraversando a punteggio pieno.
Il dato vero di questa nona giornata è
questo: Gervasoni permettendo, la Juve non perde il passo neppure
giocando al 50 per cento delle sue possibilità. In Italia il nostro
livello è troppo superiore.
Qualche sprazzo di ottimismo l'abbiamo
pur visto: Vidal è tornato a livelli accettabili, Pogba non ha fatto
rimpiangere troppo Marchisio, la difesa c'è, Pirlo è Pirlo.
Tuttavia sono di più gli aspetti
preoccupanti. Il ritmo della manovra è quello dei tempi peggiori, la
partita non è stata chiusa neppure in superiorità numerica,
l'attacco continua a essere una lagna. Vincere un campionato coi gol
del centrocampo è dura, vincerne due è quasi impossibile, far bella
figura in Champions è una chimera.
Nella trottola delle convocazioni oggi
è toccato finalmente a Bendtner, che ha spiegato con parole
semplici perché finora Conte e Alessio non facessero giocare: lento
e quasi bolso, ruvido di piede e apparentemente spaesato. Non sarà
lui a risolvere i problemo di reparto, purtroppo. E, se è questa la
sua forma ottimale, lo vedremo ben poco da qui a gennaio, quando c'è
da augurarsi l'arrivo di uno vero.
Finora ci siamo potuti accontentare di Vidal capocannoniere (tra campionato e coppa: 5), ma quando si farà sul serio servirà ben altro. Marotta e Paratici sono al lavoro.