Questo ennesimo scandalo del calcio mi
fa orrore. E' permeato di personaggi squallidi, di bassezza morale e
culturale, di mancanza di senso della realtà e della logica (ma vi
pare possibile che un Premier messo lì per rilanciare l'economia se
ne esce azzoppando una delle poche industrie italiane che ancora
fanno girare soldi veri, come quelli televisivi?). Manca soprattutto
il senso della giustizia. Ancora una volta.
Mimmo Criscito salterà
un Europeo e Leo Bonucci no, a causa di interpretazioni cervellotiche
di un codice etico che capisce solo Prandelli. La presunzione
d'innocenza cassata a prescindere: per il c.t. Criscito è colpevole
in automatico. Un abominio.
Gigi Buffon se ne esce con una banalità
imbarazzante e diventa informato dei fatti. Allora, venite a prendere
pure me. E con me tutti i giornalisti sportivi d'Italia. I dirigenti
sportivi. Tutto il calcio professionistico. Nazionale e
internazionale. Perché il «meglio due feriti che un morto» è una
pratica consolidata dalla notte dei tempi.
Lo sanno tutti che, a
classifica acquisita, le squadre medio-piccole cercano crediti per le
stagioni successive entrando in campo senza sputare sangue. Un
esempio? Chiedete al Cagliari che è sceso in campo contro il Milan e
non ha mai superato la metà campo. Perché la procura federale non
ha fatto una piega quando due anni fa la Lazio ha platealmente lasciato vincere
l'Inter, con tanto di tifosi biancocelesti che dopo il gol di Eto'o,
esponevano il celebre striscione: “Oh nooo”?
E non è che all'estero siano immuni.
L'Italia a Euro 2004 fu vittima di un colossale biscottone tra Danimarca e Svezia
che per passare entrambe il turno avrebbero dovuto pareggiare 2-2 e
proprio quel risultato confezionarono, con le due tifoserie che
cantavano “Ciao Italia, ciao”. Qualche settimana fa Rayo
Vallecano e Granada si son messe addirittura d'accordo durante un calcio
d'angolo, alla notizia che il Villareal stava perdendo. Su quel
corner il Rayo ha segnato il gol della salvezza e in Segunda ci è finita la
squadra di Giuseppe Rossi. Potrei continuare per ore, magari
approfondendo la differenza tra biscotto e scommesse.
Ora, non si fraintenda, sono episodi
che sportivamente mi fanno ribrezzo, ma citandoli non mi sognerei mai
di trovarmi un pm all'uscio. Sembra che del solito cinese che indica
la luna si continui a preferire guardare il dito. Perciò
prendiamocela pure con Buffon e speriamo che il cinese stia davvero
indicando la luna e non un meteorite capace di spazzare via il
Pianeta Calcio.