Quindici minuti da incubo, ma non illogici. A Firenze la
Juve ha concentrato in un quarto d’ora i mali di una stagione. Tuttavia più dei
quattro gol in soffio e praticamente tutti con chiare responsabilità dei
nostri, quello che stordisce è che fino al 66’ la partita era in controllo e le
uniche recriminazioni riguardavano l’incapacità di segnare il terzo gol.
Spiace aver regalato una gioia così alla Viola, ma la
preoccupazione è per il futuro, che non è semplicemente quello prossimo di
mercoledì a Madrid. L’impressione che se ne ricava a caldo è che la Juve stia
soffrendo di mali profondi.
La difesa, tanto per dire il più grave, non tiene più come
una volta. Buffon non solo non fa più miracoli, ma prende anche gol evitabili.
Il trio Barzagli Bonucci e Chiellini vanno in apnea, il centrocampo non fa
filtro. Pogba, pur dall’alto della sua classe, gioca spesso in irresponsabile
leggerezza.
Non si spinge più sulle fasce. Asamoah arriva sul fondo con
difficoltà (oltre ad aver causato un rigore da denuncia penale, con l’avversario
che andava lontano dalla porta), Padoin manco ci pensa. Lichtsteiner è davvero
uno dei pochi insostituibili di questa squadra. E non è un bel segno, perché in
una squadra che punta ai massimi livelli ci vuole una panchina profonda.
Mi pare però che il dato più preoccupante sia tutto mentale.
La Juve non ha più la testa dello scorso anno. Gli alert di Conte oggi si
capiscono meglio.
Ora arriva Madrid e un bivio che può segnare una stagione.
Se si fa risultato la partita di Firenze entra nel Museo degli Orrori come un
episodio, se si perde, dobbiamo ammetterlo: la crisi diventa conclamata. Intanto,
la Roma è lontana già 5 punti. Speriamo di non dovercene rammaricare già a ottobre.
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