martedì 15 febbraio 2011

Svoltare allo svincolo Ronaldo

I cartelli in autostrada ti ricordano dove stai andando e quanto è passato da quando sei partito. Ci sono giocatori che sono i cartelli stradali della storia del calcio: segnano indelebilmente l’epoca in cui sono in campo e per capirla devi fare riferimento a loro. La mia segnaletica passa per Johann Cruijff negli anni Settanta, Maradona e Platini (e Zico) negli Ottanta, Zidane nel Duemila.

Ronaldo rappresenta senza dubbio gli anni Novanta, anche se il suo talento ha sconfinato nel nuovo Millennio.

Soltanto per chi non ama lo sport, il ritiro di Ronaldo Luís Nazário de Lima è un momento come un altro, magari solo da ricordare per accostarlo a Mark Iuliano e all’arbitro Ceccarini.

Una delle domande che faccio sempre ai calciatori, per curiosità mia e spesso a microfoni spenti, è chi sia il più grande con cui abbiano condiviso il prato verde.

Gli ultimi due a cui l’ho chiesto sono Gigi Buffon e Clarence Seedorf. Voglio dire, gente che nei club o in Nazionale aveva, tra gli altri, Nedved, Del Piero, Ibrahimovic, Maldini, Pirlo, Raul, Ronaldinho, Totti, Kakà, Weah.

Eppure tutti e due, senza la minima esitazione, mi hanno risposto di botto: “Ronaldo, quello vero”. Come a dire: diffidate dalle imitazioni.

Però, nel giorno delle giuste celebrazioni, credo sia altrettanto onesti riportare tutto quello che mi ha detto SuperGigi: “L’ho incontrato nel suo momento migliore, quando giocava nell’Inter. Faceva cose che agli umani erano impedite e verrà ricordato tra i grandissimi, insieme a Pelè e Maradona. Di questo però dovrà rammaricarsi, perché lui poteva essere il più grande di tutti, meglio pure di quei due. Madre Natura è stata così generosa con lui, ma non è riuscito a cogliere tutti i doni che gli sono stati fatti. Nel calcio come nella vita, per fortuna, ci sono le doti naturali, ma c’è anche il lavoro, la costanza, l’abnegazione. Perché per fortuna? Perché non tutti nasciamo privilegiati come lui”.



Il video postato su Twitter da Kakà, in onore del suo idolo: azioni pure, senza gol. Per gustare l'essenza.

7 commenti:

  1. credo che lei signor Stenti abbia dimenticato nei suoi cartelli chi a differenza di Ronaldo ha smesso di giocare a calcio a 28 anni per colpa di caviglie che madre natura gli ha donato molto ingiustamente..per me il piu grande di tutti i tempi: un certo Van Basten..

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  2. "Fare agevolmente ciò che riesce difficile agli altri, ecco il talento; fare ciò che riesce impossibile al talento, ecco il genio" (Henri Frédéric Amiel). Anche da avversario grazie di tutto, Fenomeno.

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  3. No, Marco, non l'ho dimenticato, ma è la personale segnaletica e tutti non possono starci. Certo, il suo omonimo è stato un grandissimo, ma non so perché non mi ha fatto mai innamorare fino in fondo. Al punto che per molti versi gli preferivo Gullit.

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  4. certo,ognuno ha la propria segnaletica e spesso dettata anche dalla squadra per cui si tifa..ma è impossibile non innamorarsi di uno come Van Basten..da milanista io sono sempre stato innamorato da Zidane...credo che i geni debbano essere patrimonio di tutti..

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  5. ancora così sicuro di aver scritto all'inter la parola fine....?
    bisognerebbe sempre sempre sempre usare prudenza, caro mio.

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  6. e cmq supergigi ha detto una bischerata, perché l'unica cosa di cui ronaldo deve rammaricarsi è di essersi spaccato un ginocchio quand'era all'apice della carriera.

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  7. @Marco. S, sia chiaro, che non voglio essere preso per pazzo: Van Basten è un monumento e l'ho molto amato calcisticamente. Solo che non è scattata l'alchimia. Come per quelle donne bellissime ma che alla fine ti sembrano troppo algide e perfette. Insomma, riconosco la sua grandezza, ma non mi ha mai rapito il cuore. Invece, Gullit sì, anche se era meno talentuoso.
    @Carlo M, non cambio idea. Anzi, la partita di Firenze me la rafforza: ho visto un'Inter spenta e spesso in balia dei viola. Qualcosa s'è rotto e ora si entra nella fase calda della Champions, che porterà via altre energie, soprattutto mentali.

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