lunedì 10 gennaio 2011

Ora fateci capire dove si nasconde il progetto (A-Team su LaStampa.it)

Non venitemi a dire che siamo piombati nel tunnel della crisi. Non ne siamo mai usciti, da un anno abbondante a questa parte. Abbiamo cambiato tre allenatori e due dirigenze, ma la media punti rimane quella. Che è da squadra da metà classifica. A essere pignoli, questo è proprio il punto più basso del dopo Calciopoli. Alla fine del girone d’andata, Ranieri aveva fatto 37 e 40 punti, Ferrara 33. Delneri 31. Per quel che può contare, naturalmente, perché il discorso è molto, molto più ampio.

Dopo l’indecorosa batosta col Parma chiedevo quale fosse in Società “la linea definita”, come la definisce il Presidente. Credevo fosse Barzagli, ero ottimista: è stato Toni.

Quanto meno, in questa stessa situazione, lo scorso anno si cercava un sostituto in panchina. Poi, visto che al peggio non c’è mai fine, è arrivato Zaccheroni, ma una voglia di reagire si percepiva. Aleatoria, confusionaria, impotente, ma c’era. Oggi, senza aver visto in quattro mesi neanche un abbozzo del celebre gioco delneriano, il mister è comodamente assiso al suo posto. Che, poi, diciamolo, lui ce l'ha messa tutta per perdere, ma con quel materiale umano in campo manco con San Gennaro in panchina la Juve faceva risultato a Napoli.

Son già pronto a leggere i titoli: diamo tempo al progetto, dirà la Società. Quanto? Ora è giunto il momento di scoprire le carte. Mettere in campo contemporaneamente tre vecchie glorie del Mondiale 2006 (Del Piero, Toni e Grosso) può far parte di qualsiasi altro progetto che non sia una partita celebrativa della finale di Berlino?

È evidente che questa situazione è il cascame di Calciopoli. Inutile tornarci su. Ma invece di puntare tutto (almeno a parole) sulle rivincite processuali, perché Andrea Agnelli non cerca la rivincita sulla storia (e su chi di Calciopoli ha beneficiato) impegnandosi a riportare questa squadra ai fasti di un tempo? Perché non investire in un vero progetto da grande squadra? Perché arrendersi alla mediocrità? Perché, per la miseria, si rompe Quagliarella e si prende Toni? Dov’è la logica, prima ancora del progetto?

Budget, fair play finanziario, quotazione in borsa. I parafulmine sono sempre gli stessi e passano per i libri contabili. Senza una squadra competitiva, però, il nuovo stadio che senso ha? È soltanto un investimento immobiliare? Continuando così ci giocheranno soltanto squadre italiane, perché non avremo coppe da giocare. E nei centri commerciali si venderanno magliette di Maccarone e Bojinov. Francamente, non capisco.

C’è ancora tutto il girone di ritorno e bisogna stringere i denti, perché se non si raddrizza la barca stavolta si affonda definitivamente e non si torna più su. Però la Società, in primis il Presidente, deve dirci sul serio che ne vuol fare di questa Juve. Dobbiamo attendere dieci anni? Ditecelo e fateci mettere il cuore in pace. Nel frattempo, tiferemo Ferrari, Valentino, seguiremo il basket e faremo la spesa nel nuovo Delle Alpi. Comprando la maglietta di Maccarone, consapevoli che il suo ingaggio  non è insipienza, ma un progetto a così lungo termine che oggi è nascosto oltre l’orizzonte.

9 commenti:

  1. Ciao Simone,
    sono anni che seguo la tua rubrica e da sempre invidio la tua capacità di trovare le parole anche in momenti come questo.
    Io le ho finite.
    Siamo passati dai toni trionfalistici dopo la partita con la Lazio (in cui si intravvedeva la vetta della classifica ed anche oltre) a ieri sera, conclusione di un girone di andata, come dici tu, peggiore degli ultimi anni post-calciopoli. Solo un punto in tre partite decisamente alla portata di una squadra che dice di aspirare a traguardi degni della sua storia. Fino al mese scorso sembrava che tutto fosse rose e fiori, ora siamo tornati in un incubo che sembra non avere fine, continuiamo ad avanzare in una nebbia che non ci fa vedere ad un metro da noi, appena qualcuno pronuncia parole come "Scudetto" o "Champions" subito prendiamo mazzate che ci riportano alla dura realtà e ci fanno capire che no, non è proprio il caso di pensare a nulla. Che la Dirigenza ci faccia sapere se effettivamente dobbiamo seguire altri sport per qualche anno, così ci togliamo qualunque illusione per i prossimi anni.

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  2. Ciao Simone...
    E' una società che non ci mette la faccia, lasciando solo il povero delneri che è costretto a dire che sta lavorando sul lungo periodo: e forse l'errore è proprio lì; la juve deve vincere subito e poi rimane la contraddizione in termini. Per il lungo periodo punti su Toni (dopo aver ceduto trezeguet: stessa età, stesso stipendio ma più forte) e non su un giovane come per esempio Cavani???
    Di "complementari" eravamo già pieni, che bisogno c'era di comprarne altri 13? DElneri voleva le ali? ma in questo periodo storico non ce ne sono di forti (real, man utd, barca, milan, inter, roma, napoli, palermo, ecc) giocano tutti senza esterni... Delneri non è capace a giocare senza esterni? bene, allora ciao, non sei l'allenatore che serve alla juve.
    Una dirigenza forte, a prescindere da quello che vorrebbe il suo mister, compra dzeko, compra mascherano, compra un difensore fortissimo e stop e dice: questi sono i giocatori, vinci! (come faceva moggi, come fa berlusconi, come fa chiunque capisca di calcio).
    Ecco, il problema forse è lì: agnelli non capisce di calcio (e ci può stare) e marotta conosce pochi giocatori (ha sempre fatto mercato con gli scarti).
    Abbiamo bisogno di una dirigenza che di dica: ti dò il meglio, voglio il meglio!

    con stima
    Roberto

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  3. Purtroppo, è sempre così: i fallimenti partono dal vertice. Cobolli e Blanc hanno causato il grosso del danno, ma questi ci stanno dando il colpo di grazia. Vedere contemporaneamente in campo Del Piero, Grosso e Toni mi ha stretto il cuore: stiamo giocando con le vecchie glorie. Sintomo che, oltre ai soldi, non c'è neppure la competenza e la fantasia. Avanti di questo passo, la cosiddetta Famiglia deve farsi da parte, perché non è più adeguata al momento storico. Azionariato popolare, come al Barcellona?

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  4. Simone ma sembra che i soldi ci siano (riciclo quanto detto da sconcerti, ossia che la juve prende più soldi di tutti dalle tv) ed effettivamente la juve, dal ritorno in A, ha sempre speso tanto (e male) sia per i cartellini sia per gli stipendi.
    Mi sembra però sia sempre mancato chi capisse chi effettivamente comprare e cosa imporre: ripeto, il perfetto dirigente sarebbe: caro mister, io ti dò questi giocatori e vinci!
    Ricordiamoci che gli allenatori vanno ma i giocatori restano (ci ricordiamo van basten/sacchi?)

    saluti
    roberto

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  5. Se non possiamo permetterci certi giocatori, allora bisogna correre!! E nelle ultime due partite non si é vista tracia di corsa: che le vacanza abbiano tagliato le gambe? Non ci credo, ieri sera a Napoli neanche il minimo accenno di pressing .. 3 goal fotocopia, che tristezza!! L'emblema di quello che ha saputo dare la squadra. Ma Del Neri non lo avevano mica preso allo scopo di far giocare la Juve da piccola, cioé correndo?!!
    Se penso che a giugno si potevano scegliere altri allenatori e vincenti, mi vien da piangere!! Sono veramente inc@zz@to!!

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  6. guglielmo, i giocatori forti, sanno anche correre.
    E quelli del napoli correvano non di più ma meglio.
    quelli della juve, sembravano i ragazzini pulcini di qualche squadra amatoriale, palla lunga e tutti a correre dietro il pallone.


    saluti
    Roberto

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  7. Si, però adesso, non si può mica dire, tutti a casa, altrimenti l'arco temporale del progetto altro che a 10 anni!!
    Adesso tutti si devono rimboccare le maniche, non comprare più nessuno sino a giugno, quando si (spero) cambierà allenatore! Questa é la mia speranza .... Ah, dimenticavo la Champions: se ne riparla nel 2012!!

    CIAAAAOOOO

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  8. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

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  9. Ancora più sconcertanti di di tutte queste pesantissime sconfitte sono state le parole di Andrea Agnelli dopo la partita con il Parma: "Il lavoro fatto fino ad ora è ottimo. Siamo consapevoli della nostra forza e di avere una squadra che può battere chiunque".

    Purtroppo questa presunzione sembra tanto simile a quella del suo molto meno illustre predecessore transalpino l'anno passato.

    In una situazione come questa ci vorrebbe un atteggiamento ben differente e innanzitutto la consapevolezza dei propri limiti.

    Per il momento è meglio che la maglietta di Maccarone rimanga sugli scaffali, e che andiamo a fare la spesa da qualche altra parte invece che al Delle Alpi. C'è bisogno di segnali concreti e questi sarebbero gli unici da un pezzo a questa parte.

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