In barriera vanno Giovinco e
Giaccherini ed è come non averli. Ci si chiede se, nel XXI secolo,
una squadra di alto livello può schierare contemporaneamente due
giocatori di quella statura. Lo sport professionistico, al di là
delle suggestioni e delle belle favole, è fatto di tecnica ma
inevitabilmente anche di fisico. Questo accade in tutti gli sport
professionistici, il calcio non può fare eccezione.
S'aggiunga che a Giovinco è stato
ormai affidato un ruolo contronatura di prima punta, che non si
concilia col fatto che basta toccarlo per stenderlo. Bisognerà
riportarlo sull'esterno e vedere se saprà convincere più come vice
Vucinic, anche se con in campo Quagliarella era proprio quello che
doveva fare ma la sua presenza non è stata rilevata.
Tuttavia la maggior urgenza è
ricostruirlo mentalmente. Seba sente l'insoddisfazione del pubblico,
figlia probabilmente anche dell'incongrua valutazione (11 milioni per
la metà) che ha accompagnato il suo rientro alla Juve. Non c'è
dubbio che ora il compito di Conte e Carrera sia tutelarlo, se
davvero si pensa di puntare su un giocatore che, sempre sul crinale
dello sbocciare, è già arrivato a 25 anni. Questa è la stagione
del dentro o fuori. Quanto meno per motivi di bilancio, sarebbe bene
non svalutarlo.
Una delle regole principali è
lasciargli il ruolo per cui è più vocato (partire largo per poi
accentrarsi in velocità) e schierarlo, almeno inizialmente, nelle
partite a lui più consone. Non cioé come quella del Franchi.
Poi, naturalmente, rimane aperta la
questione: Giovinco dà il meglio contro le difese aperte, ma quando
mai la Juventus ne incontrerà una? Ma almeno questa non è una
domanda che dobbiamo rivolgere a lui.