Nel torneo del "ciapa no", dove sembra vincere chi non prende le carte in tavola, abbiamo evitato di calare la briscola anche a Catania. Tuttavia, è pur vero che Vidal ha avuto in mano un carico da "strozzo" dal dischetto e Krasic un contropiede in cui poteva fare qualsiasi cosa ma non quella che ha fatto, ma si poteva allegramente perdere e nessuno avrebbe potuto lamentarsi.
E qui, al solito, tocca tirare in ballo la difesa, problema annoso, la cui soluzione continua a essere differita. Stavolta rimandata a gennaio, quando arriverà tal Rhodolfo, che finora s'è segnalato per l'H nel nome da cameriere di Riviera Ligure.
Possiamo comunque sostenere che se si cambiano tutti gli elementi fuorché uno e il risultato non cambia, scientificamente, la causa risiede in quello. Ovvero, Giorgio Chiellini, la cui involuzione è allarmante. Grinta e carattere finora ne hanno circoscritto i limiti tecnici, ma più si sale e più la qualità conta. Il Chiello sembra proprio incapace di fare il salto di qualità. La prestazione di ieri è stata sinceramente imbarazzante. Per due volte, da ultimo uomo, ha portato la palla verso il centro e l'ha persa: un errore che in una scuola calcio ti relega in panchina.
La scorsa stagione auspicavo un suo spostamento a sinistra, dove avrebbe fatto meno danni. Gli errori di Catania però nascono proprio dalla fascia. Direi perciò che a questo punto Giorgione merita di riposare un po', che così rischia davvero di farsi (e farci) male. Abbiamo caricato tutto il peso di una coppia centrale ballerina su Bonucci (il quale le sue belle colpe ce le ha), ma temo che abbiamo sbagliato mira.
Andrea Barzagli, invece, sta dando dimostrazione, partita dopo partita, che anche senza H nel cognome si può garantire continuità e solidità. Meriterebbe di trovarsi al fianco qualcuno con la testa più lucida dell'attuale Chiellini, altrimenti pure per lui potrebbe accendersi la spia della riserva. Non può correre e faticare sempre per due. Ieri l'ha fatto pure con una gamba sola, essendosi infortunato subito dopo il terzo cambio. Prima o poi, tanto per dirne una, mi piacerebbe vedere Sorensen nel suo ruolo naturale, ovvero al centro.
Infine, menzione speciale per Simone Pepe. Se avesse di fianco Vialli, Deschamps e compagnia potrebbe ambire a diventare il nuovo Angelo Di Livio, uno che ha avuto la sponda giusta per aggiungere qualità a un esemplare animus pugnandi. I presupposti son ben diversi e perciò accontentiamoci della voglia e della caparbietà di un giocatore, dal quale comunque c'è da prendere esempio.