Sul rettangolo verde essere “bestie” ha mille accezioni. Ci sono i magnifici perfidi (alla Omar Sivori), i ringhianti che esaltano squadra e curve (alla Claudio Gentile o Pietro Vierchowod), gli scarponi storici (alla Egidio Calloni o Marco Pacione).
A noi, però, piacciono le “bestie” incrociate con il gene della follia. Agonistica, ma non solo. Senza passare dal celebre Pasquale “O’ Animale” Bruno (uno che, comunque, non accetta la parola pensione: “Se ai miei tempi ci fosse stato il daspo, l’avrei preso di sicuro”, s’è vantato di recente) o dal solito “O’ Animal” Edmundo, abbiamo provato a stilare la nostra top five delle “bestie” del calcio recente. Indossate l’elmetto.
A noi, però, piacciono le “bestie” incrociate con il gene della follia. Agonistica, ma non solo. Senza passare dal celebre Pasquale “O’ Animale” Bruno (uno che, comunque, non accetta la parola pensione: “Se ai miei tempi ci fosse stato il daspo, l’avrei preso di sicuro”, s’è vantato di recente) o dal solito “O’ Animal” Edmundo, abbiamo provato a stilare la nostra top five delle “bestie” del calcio recente. Indossate l’elmetto.
1. ANDONI GOIKOETXEA
Padre di tutti i terroristi coi tacchetti, il “Macellaio di Bilbao” è passato alla storia per aver cercato di privarci del genio di Diego Armando Maradona. Il 24 settembre 1983, sotto 3-0 in un Barça – Athletic, non risparmiò un tackle killer sulla caviglia del fuoriclasse, che da allora perse il 30 per cento della funzionalità. La fedina penale del basco comprende anche un altro grande, Bernd Schuster, costretto da una sua entrata a otto mesi di stop e a due delicate operazioni al ginocchio destro. Inarrivabile.
Continua...
Questo intervento assassino di Goikoetxea lo ha reso immortale, forse era quello che sperava!
RispondiEliminaNon oso immaginare cosa Maradona avrebbe potuto (forse)fare ancora con quel 30% di funzionalità in più...
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