Una sconfitta talmente meritata che non
fa neppure male. Per decretarla ci voleva la peggior Juve dell'era
Conte e il miglior Milan dell'anno. Ora al management in panchina
tocca una seria analisi della situazione e molta analisi di
coscienza.
Lo scorso anno, nonostante alcune fasi
di pareggite, negli scontri diretti si vinceva sempre. Quest'anno con
le milanesi, Lazio e Fiorentina abbiamo racimolato la miseria di due
punti. Che cosa sta succedendo? Le coppe, si dirà. Il che ha un suo
fondamento, visto che nell'intorno delle partite di Champions la Juve
ha quasi sempre faticato: a Genova prima dell'andata col Chelsea, a
Catania dopo la trasferta danese, con l'Inter prima del ritorno col
Nordjelland e ieri dopo il trionfo coi Blues. Due sconfitte e due
vittorie molto dure contro squadre abbordabilissime. Perciò occhio
al derby, quattro gioirni prima della decisiva trasferta ucraina.
Ma bastano queste coincidenze per
spiegare la pessima figura di San Siro? Sinceramente, e purtroppo,
penso di no. Innanzi tutto, serve un bagno di umiltà. Quest'anno non
s'è vinto ancora nulla, ma stiamo già volando troppo alto.
L'assenza di Conte, quello che ha passato tutta la stagione scorsa a
ricordare da dove si arrivava, si sente eccome.
Come si sente in panchina. Al Meazza
Alessio sembrava una statua di sale. L'unico di 14 milioni di
juventini che avrebbero mangiato la faccia a Isla e Vidal. Due che
non avrebbero dovuto arrivare alla mezzora. Soprattutto il primo,
visto che in panchina c'erano Pepe, Giaccherini e Lichtsteiner.
Turnover è una parola da orticaria, ma
se uno gioca al dieci per cento delle sue possibilità deve starsene
in panchina. Senza contare che non è prescrizione di legge giocare
con la difesa a tre. Se ti bucano sistematicamente sulla fascia
destra, piazzi un tosto 4-4-2 (subito fuori Isla, dentro De Ceglie
sulla sinistra e Caceres sulla destra) e vedi che di lì non passano
più. E perché invece, in una partita così, è stato preferito
Padoin, uno che fino ad allora aveva giocato 46 minuti in tutto?
Niente. Non si salva niente in questa
uggiosa notte milanese. Speriamo solo che serva da lezione.
P.S.: Senza il rigore inventato la Juve
non avrebbe mai perso. Ciò si può dire senza dover cambiare sfondo
al cellulare.